Il dibattito pubblico come strumento di democrazia partecipativa. Una breve indagine comparata in occasione della sua introduzione nell’ordinamento italiano
Attraverso l’art. 22 d.lgs. 50/2016 (nuovo Codice degli appalti) è stato introdotto nell’ordinamento italiano il dibattito pubblico. Il dibattito pubblico prevede la partecipazione dei soggetti privati alle scelte delle istituzioni consentendo, di fatto, una notevole riduzione delle distanze tra decisore pubblico e soggetto destinatario della decisione stessa. Di seguito verrà definito il contesto all’interno del quale tale istituto si sviluppa, ovvero quello della democrazia partecipativa. Innanzitutto verranno individuate le caratteristiche che gli strumenti partecipativi devono necessariamente possedere per poter essere definiti tali; in secondo luogo si darà conto, seppur sinteticamente, del grande apporto dato alla democrazia partecipativa dalla Convenzione di Aarhus, atto che sancisce il dovere in capo agli stati di incoraggiare la partecipazione dei privati alle scelte pubbliche. Infine per poter comprendere appieno i margini di sviluppo del dibattito pubblico in Italia, prima di analizzare la normativa italiana, sarà necessario un raffronto con ordinamenti che da anni pongono in essere strumenti atti a realizzare la partecipazione dei privati alle scelte pubbliche ed in particolare l’attenzione sarà concentrata su alcune delle più importanti esperienze inglesi e francesi