Il passato e il futuro del diritto europeo: a proposito di un recente volume
“Lawyers anthropomorphise courts”, con questo notevole incipit si apre un recente volume curato dall’ex Avvocato Generale Miguel Maduro e da Loic Azoulai e intitolato “The Past anf Future of EU Law” (Hart, 2010). Si tratta di un libro che riunisce tutti i più grandi studiosi e pratici del diritto comunitario (e UE) – con l’eccezione di Weiler, Dehousse e Hjalte Rasmussen –, chiamati a commentare, in brevissimi interventi (4-5 pagine in media), i grands arrêts della Corte di giustizia: da Van Gend en Loos a Bosman, passando per Costa/Enel, Francovich, ERTA, Internationale Handelsgesellschaft, Les Verts, Martinez Sala e tante altre.
Nello schema seguito, come ricordato dai curatori nell’introduzione, ogni caso è affidato a quattro studiosi: un – ex o attuale – membro della Corte di giustizia (“the view from within”), due scholars, appartenenti a generazioni diverse, che si alternano nell’ evidenziare un particolare aspetto della sentenza in esame e, infine, uno studioso appartenente ad un altro ordinamento (come Post nel caso di Open Skies) oppure da altri ambiti disciplinari (come Nicolaidis nei casi Dassonville e Cassis de Dijon)), chiamato a fornire “the view from the outside”.
L’obiettivo ultimo del volume è quello di “make of the reader the ideal interpreter. It does so by providing the reader with a variety of viewpoints and different narratives on a set of cases that, in our view, embody the identity of the Community legal order and of the jurisprudence of the European Court of Justice” (Introduzione, p. 12), cercando di partire sempre dal fatto, contestualizzando il caso e ricercando continuità e discontinuità nella giurisprudenza della Corte del Lussemburgo, che ha, negli anni, plasmato le fisionomie dell’ordinamento europeo, enfatizzandone l’autonomia dagli ordinamenti statali e internazionale e demarcandone i confini.
L’impressione che emerge dopo la (lunga) lettura è quella di una straordinaria varietà di spunti e interpretazioni che questi selected cases, per quanto famosissimi, continuano a stimolare e la conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, del fatto che la natura camaleontica del diritto costituzionale europeo trova il suo segreto nella ricchezza delle pronunce del suo “fatato” Demiurgo…