Il complesso (ma sempre più globale) cammino dei diritti degli omosessuali: segnalazione del volume di Angioletta Sperti, “Omosessualità e diritti. I percorsi giurisprudenziali ed il dialogo globale delle Corti costituzionali”, Pisa, PLUS, 2013

Il recente volume di Angioletta Sperti affronta uno dei temi caldi del costituzionalismo comparato, su cui negli ultimi anni – a fronte, spesso, del mutismo dei legislatori – si sono succeduti contributi giurisprudenziali e dottrinali: i diritti degli omosessuali.

Già dal titolo si inferisce chiaramente il taglio del lavoro, in cui ci si prefigge di ricostruire gli argomenti usati dalle Corti costituzionali, supreme e sovranazionali nel percorso di progressiva tutela dell’omosessualità e, poi, delle coppie composte da persone dello stesso sesso.

Le questioni che vengono in rilievo, e che l’autrice affronta con accuratezza rispetto a ciascuna delle giurisdizioni analizzate, affondano le proprie radici nel diritto costituzionale più puro: emergono, infatti, il principio di uguaglianza, il divieto di discriminazione, la dignità, il diritto alla privacy, lo sviluppo pieno della personalità e dell’identità.


La prima parte del libro, su I diritti degli omosessuali e delle coppie dello stesso sesso: un “imperativo costituzionale”, esamina dapprima la giurisprudenza della CEDU, della Corte di Giustizia e del Comitato ONU per i Diritti Umani, per passare poi (cap. II) a quella della Corte Suprema statunitense, cui viene dedicato un capitolo a sé per il prestigio e l’influenza che la medesima esercita fuori dai confini nazionali.

L’approccio per “generazioni giurisprudenziali”, che Angioletta Sperti annuncia fin dalla premessa, viene confermato nel terzo capitolo, in cui lo studio tematico e trasversale viene applicato ad alcuni problemi specifici.

L’autrice parte dalla depenalizzazione dell’omosessualità (prima tappa), con il contributo di diverse Corti che hanno fatto perno soprattutto sulla violazione della privacy, mentre, spesso, la tutela della morale è servita da base per le decisioni di segno opposto citate nel testo. Studia, poi, le sentenze fondamentali in materia di riconoscimento di unioni formate da persone dello stesso sesso (seconda tappa). Si sofferma, in particolare, sul ruolo che ha rivestito la Corte costituzionale colombiana nell’estensione dei diritti patrimoniali e sociali garantiti alle “unioni” anche alle coppie omosessuali, in virtù della libertà sessuale, della dignità e dello sviluppo della personalità; cita, poi, la sentenza C-577 del 2011 in cui la Corte ha dichiarato incostituzionale il paradigma eterosessuale del matrimonio, dando al legislatore un termine per approntare gli strumenti giuridici necessari. Va da sé che il passo successivo sia consistito nell’equiparazione tra unioni etero ed omosessuali (terza tappa), cui hanno contribuito Corti nazionali – come la Corte suprema canadese –  e sovranazionali – specie la CEDU, che ha influito sulle Corti costituzionali europee –. I temi forse più complessi e senz’altro più discussi ancora oggi sono rappresentati dall’apertura del matrimonio (quarta tappa) e delle adozioni (quinta tappa) alle coppie omosessuali, su cui si concentra la sezione più estesa del secondo capitolo, che passa in rassegna decisioni adottate in varie parti del mondo, offrendo un quadro esaustivo degli argomenti usati a favore e contro. Nell’ultimo capitolo trova spazio il caso italiano, inserito nel contesto comparato già descritto.

La seconda parte del volume, Diritti e argomenti, introduce il tema del dialogo tra le Corti, evidenziando come la questione oggetto dello studio si sia prestata, molto più di altre, a fenomeni di imitazione incrociata. Sebbene non si faccia portavoce di un diritto costituzionale globale, Angioletta Sperti sostiene, al riguardo, che la partecipazione al dialogo giurisprudenziale rappresenti una necessità – e non una mera possibilità – per i giudici costituzionali nazionali, anche in un ambito in cui si evidenziano concetti ancorati alla tradizione come la famiglia o il matrimonio. L’esame viene suddiviso in “generazioni”, cosicché in ciascuna di esse l’autrice individua le sentenze che hanno maggiormente contribuito al dialogo e spiega perché, in molti casi, queste vengano citate come elementi ad adiuvandum a conferma della correttezza delle decisioni, quando si riscontra una certa coerenza nella giurisprudenza straniera e sovranazionale.

Confermando il metodo trasversale dell’indagine, l’autrice dedica il capitolo successivo (il VI) a una ricostruzione degli argomenti più frequentemente invocati e impiegati nelle decisioni sui diritti degli omosessuali: la dignità, declinata come corollario tanto dell’autodeterminazione come della tutela dell’individuo; il principio di uguaglianza, anche nella sua traduzione nel divieto di discriminazione; e il diritto alla privacy, che è strettamente connesso a entrambi.

Il volume si conclude con una serie di riflessioni sul ruolo delle Corti (cap. VII), il cui compito viene letto pure alla luce di studi sociologici, oltre che dell’analisi giurisprudenziale svolta nella prima parte del libro. Le ultime considerazioni riguardano l’ordinamento italiano, con riferimenti attuali al dibattito in corso e alle prospettive future.

Dal punto di vista metodologico, paiono più che condivisibili sia l’impostazione per temi e non per paesi, sia l’orizzonte ampio di analisi, che tiene conto delle giurisprudenze europee, africane e americane. Angioletta Sperti dimostra, così, che, con maggiore o minore intensità, partecipano al dialogo sia Corti “antiche” che Corti “giovani” e, al contempo, disegna le geometrie variabili del riconoscimento dei diritti e il diverso ritmo degli ordinamenti.

L’analisi delle decisioni conferma il passaggio da una visione iniziale incentrata sulla libertà individuale e, quindi, sulla protezione delle scelte del singolo, al graduale riconoscimento di un concetto nuovo di “vita familiare”, diversa da quella tradizionale basata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ma non per questo non tutelabile (o, meglio, da tutelare).

In un’epoca in cui i dati sono facili da reperire, circolano le informazioni e, di conseguenza, gli argomenti, per cui la giurisprudenza straniera e internazionale può essere impiegata come stimolo e contrappunto continuo delle problematiche nazionali molto più agevolmente che in passato. E ciò è ancor più vero in un ambito nel quale i giudici non vengono chiamati solo ad avallare decisioni già prese dal legislatore, bensì agiscono come componenti essenziali del complesso ingranaggio istituzionale e sociale che spinge verso una più profonda protezione dei diritti degli omosessuali, sia dal punto di vista sostanziale che dal punto di vista, per così dire, culturale.