Workshop EUI, The Constitutional Architecture of the Economic Governance in the EU" March 23 2012

The package included in the “Statement by the Euro area heads of State or government” - issued at the end of the European Council held in Brussels on December 9, 2011- proposed a set of measures designed to face the financial crisis: a reinforced architecture for the economic and monetary Union, the strengthening of stabilisation tools, the acceleration of the entry into force of the European Stability Mechanism (ESM) treaty, a stronger policy coordination and governance and, above all, the creation of a new fiscal compact.
The aim of this workshop is to offer a multidisciplinary reflection upon the current crises faced by the EU and the solutions proposed by the European leaders.
We use “crises” instead of “crisis” because it is evident that the EU is experiencing a legitimacy crisis which goes beyond the more general economic and financial difficulties affecting the global system.
In order to favour a rigorous debate on several issues which we consider fundamental, this workshop will be divided into three panels devoted to the impact of the crises on the “domestic” and supranational levels.
Given the highly interdisciplinary content of the subject, we extended the invitation to scholars from different
backgrounds who could address such complex issues from different angles.
In the course of the workshop we would like to address inter alia the following questions:

• Many thought that the Lisbon treaty would be the last one for a long time. Now, instead, it seems old and unable to face the challenges of the crises. What are the competences, powers and institutional mechanisms the EU still needs?
• The relevance of the euro and the different level of integration between the Eurozone countries and the other EU members seemingly indicate the need for a multi-speed or multi-tiered EU. What kind of institutional arrangements can be put in place? Can asymmetry represent a solution for the EU?
• The EU is struggling with its own constitutional limits, putting pressure on national institutions and actors (see the Greek and Italian cases that are emblematic from this point of view): Does this increase or decrease EU legitimacy?
• Against this background, what role can be played by national institutions (i.e. Parliaments, Governments and Courts).

Full programme available at: http://stals.sssup.it/files/workshop_eudo_institutions-1.pdf


Esiste un obbligo di protezione da se stessi? Le risposte della giurisprudenza europea

La nascita e la morte sembrano oggi costituire le nuove frontiere del diritto. In una società pervasa dal progresso scientifico il diritto si trova dinnanzi alla sfida di dover disciplinare il momento della nascita e della morte, da sempre avvolte da un'aura di impenetrabile mistero.

Il dibattito sulle decisioni di fine vita scuote le nostre coscienze, la nostra sensibilità, solleva intimi e profondi interrogativi sulla fugacità della vita e sull’essenza dell’esistenza umana.

Significativa in un’ottica de iure condendo per quei Paesi non ancora dotati di una legislazione in merito si presenta l’esperienza giuridica nell’ambito della CEDU e segnatamente della giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani.

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Per un dibattito sul Convegno perugino sulla Cedu

Si è svolto, lo scorso 17 novembre, il Convegno su "La Convenzione europea dei diritti dell'uomo tra effettività delle garanzie e integrazione degli ordinamenti", organizzato dall'Università di Perugia su iniziativa di Giorgio Repetto. Il Convegno ha visto la partecipazione di alcuni giovani ricercatori impegnati nello studio di questi temi, molti dei quali autori del nostro blog.

L'iniziativa ha rappresentato dunque un primo momento di incontro e confronto tra molti di noi, al di là della condivisione di un luogo telematico come il blog, ed ha permesso di verificare quella convergenza di orizzonti metodologici che ci ha spinti a dar vita a diritticomparati.it, ormai un anno e mezzo fa.

Sfruttando le virtualità insite nello strumento telematico, proviamo ora a trasferire on-line il dibattito innescato dalle ricchissime relazioni presentate al Convegno. Pubblicheremo perciò, nei commenti a questo post così come, eventualmente, in post autonomi inviati ai coordinatori, opinioni e reazioni dei partecipanti al Convegno, ed anche, se ci saranno, abstract delle relazioni.

Buon dibattito!


Rinvio pregiudiziale mancato e (im)possibile violazione della CEDU (a margine del caso Ullens de Schooten e Rezabek c. Belgio)

Sommario: 1. Il caso. – 2. Due pesi e due misure, ovverosia le aporie di costruzione nel discorso del giudice di Strasburgo nella parte in cui vorrebbe tenuto fermo il giudicato interno formatosi in disprezzo di norme dell’Unione, ammettendosi invece la sua eventuale revisione in caso di violazione di norme della CEDU. – 3. La singolare negotiorum gestio di cui la Corte europea ha inteso farsi carico, assumendo il diritto dell’Unione quale una sorta di anomalo tertium comparationis ovvero quale fonte “interposta” al fine del riscontro della lamentata violazione della Convenzione. – 4. La via più piana che avrebbe potuto condurre la Corte di Strasburgo a sgravarsi della spinosa questione sollevatale: rimettersi al discrezionale apprezzamento dei giudici nazionali circa il carattere doveroso dell’esercizio del potere di rinvio pregiudiziale (in attesa che, all’esito delle trattative volte a determinare l’adesione dell’Unione alla CEDU, si renda possibile il ricorso da parte della stessa Corte di Strasburgo ad una sorta di rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia con riguardo ai casi di supposta violazione della Convenzione conseguente a violazione del diritto eurounitario). – 5. Quando l’apparenza inganna: affermando di volersi fare interprete e garante del diritto dell’Unione (e perciò, in buona sostanza, della sua giurisprudenza), la Corte EDU in realtà si propone come giudice di ultima istanza in fatto di possibili violazioni dei diritti fondamentali. L’esercizio diffuso, sistematico, del potere di rinvio pregiudiziale quale ricetta giusta grazie alla quale i giudici nazionali (Corte costituzionale inclusa) possono, per la loro parte, concorrere al riequilibrio dei rapporti tra le Corti europee, parando in tal modo il rischio che si pervenga ad una ordinazione “verticale” delle Corti stesse, tale da fare di una sola di esse un mostruoso potere costituente permanente. – 6. Interprete privilegiato, se non pure però esclusivo, del diritto dell’Unione non può essere altri che il giudice di Lussemburgo, allo stesso tempo ogni Corte (europea o nazionale che sia) dovendo ispirarsi e mantenersi scrupolosamente fedele, nella propria quotidiana opera al servizio dei diritti, al principium cooperationis quale autentica Grundnorm delle relazioni interordinamentali.

 

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La bozza di accordo sull'adesione dell'Unione europea alla Convenzione EDU

Pubblichiamo il Draft legal instruments on the accession of the European Union to the
European Convention on Human Rights
, adottato il 19 luglio scorso.

Download CDDH-UE_2011_16_final_en


Il testo della risoluzione del Parlamento europeo sulla Costituzione ungherese

 

Il Parlamento europeo,

 

–    visti gli articoli 2, 3, 4, 6 e 7 del trattato sull'Unione europea (TUE), gli articoli 49, 56, 114, 167 e 258 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la Convenzione europea per i diritti dell'uomo (CEDU) che trattano di rispetto nonché promozione e protezione dei diritti fondamentali,

 

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