Michele Carducci
Una Corte internazionale per l'epoca dei mutamenti costituzionali incostituzionali?
Il 28 gennaio 2013, la ventesima Conferenza dei Capi di Stato e di governo dell'Unione africana, su impulso della Tunisia, ha formalizzato la richiesta di istituzione di una Corte Costituzionale internazionale sotto l'egida dell'ONU (Doc. Assembly/AU/12 (XX) Add.1). Più precisamente, la Conferenza ha incaricato la Commissione sul diritto internazionale della stessa Unione (la AUCIL) a impostare i contenuti di una Risoluzione da far votare nella successiva Conferenza, per poi trasmetterla al Segretario generale dell'ONU e permetterne l'inserimento all'ordine del giorno della sessantanovesima Sessione dell'Assemblea Generale, programmata per settembre 2014, con la qualificazione della Corte costituzionale come "nuovo organo dell'ONU ai sensi dell'art. 22 dello Statuto". Già nel corso della Sessione ONU di settembre 2012, il Presidente della Repubblica di Tunisia, Mohamed Moncef Marzouki a publié dans le journal français « Libération » unMoncef Marzouki, ne aveva preannunciato, con un suo intervento all'Assemblea Generale, l'avvio, cui egli stesso ha fatto seguire, nel maggio 2013, un congresso internazionale di diritto costituzionale tenutosi sempre in Tunisia, a Cartagine, per verificare limiti e potenzialità di questo strumento di giustizia costituzionale universale, nel quadro più ampio, tra l'altro, degli obiettivi dell'Agenda post 2015 dell'ONU, mirati anche a elaborare inediti percorsi di "rafforzamento globale dello Stato di diritto".
5 Giugno 2014
Costituzionalismo e sopravvivenza umana*
*Intervento al Seminario pedagogico su "I diritti della terra", marzo 2014, presso l'Universidade Eduardo Mondlane di Maputo – Mozambico
Devi rispettare la terra, perché non ti è stata donata dai tuoi padri, ma ti è stata prestata dei tuoi figli - Proverbio Masai
Esiste un profilo del tema della legalità in generale (e costituzionale in particolare) ancora poco presente all'attenzione dell'opinione pubblica, come anche nei dibattiti giuridici e nella formazione delle giovani generazioni: è il tema del rapporto tra regole costituzionali e sopravvivenza umana.
La Costituzioni non parlano di sopravvivenza umana: possono parlare di diritti intergenerazionali, sviluppo, giustizia distributiva nel tempo e nello spazio. Se hanno richiamato la sopravvivenza, lo hanno fatto immaginando la guerra come unico strumento di distruzione dell'umanità e la pace come unica "garanzia" di sopravvivenza (si pensi, del resto, all'art. 11 della Costituzione italiana): una prospettiva, come acutamente colto da Carl Shmitt nel suo sempre attuale Nomos della terra, che spesso occulta il nesso storico tra guerra e accumulazione di risorse naturali, pace e scambio di risorse naturali (W. Bello, Le guerre del cibo, trad. it., Modena, Nuovi Mondi, 2009), regole costituzionali e proprietà delle risorse naturali (D. Schneiderman, Constitutionalizing Economic Globalization: Investments Rules and Democracy's Promise, Cambridge, Cambridge Univ. Press, 2008).
9 Maggio 2014