Sono davvero universali i diritti "universali"? (a proposito di migrazioni di massa, fili spinati e transumanze)*

Migration, we have seen, is the oldest action against poverty. It selects those who most want help. It is good for the country to which they go, it helps to break the equilibrium of poverty in the Country from which they come…

John Kenneth Galbraith, “The nature of mass poverty”, 1979

  

Un interrogativo ineludibile. - In questo momento in cui le cronache ci restituiscono, drammaticamente e con una cadenza quasi quotidiana, scene terribili fatte di tragedie del mare, fili spinati lungo le frontiere, transumanze inenarrabili a cui sono costretti migliaia e migliaia di derelitti – donne, uomini, bambini, anziani – che in massa reclamano con forza di entrare in Europa, il tema dei diritti umani si impone di nuovo all’attenzione dei giuristi nei suoi termini più generali.

Sarò più preciso. Nel sistema della famosa Dichiarazione ONU del 1948 e dei due Patti del 1966, che formano nel loro insieme il cosiddetto Bill of Rights internazionale, i diritti umani sono qualificati innanzi tutto come diritti <<universali>>. Li definisce <<universali>> anche la Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1950, mentre a sua volta discorre di valori <<universali>>, in relazione ai diritti che vi trovano compiuta disciplina, la Carta di Nizza del 2000, equiparata ai Trattati europei per effetto di Lisbona.

Dalla premessa che certi diritti sono <<umani>> in quanto ineriscono a <<ogni persona>>, deriva infatti per conseguenza necessaria che tali diritti appartengono o dovrebbero appartenere a <<chiunque>>, sia nel Paese di residenza, e sia ovunque in altri Paesi, fatte qui salve alcune imprescindibili limitazioni di legge: ordine pubblico, sicurezza interna, sanità; e fatti salvi inoltre alcuni essenziali diritti politici da riconoscere ai soli cittadini.

Davvero oggi le cose stanno così? Davvero oggi i diritti umani sono universalmente riconosciuti? Davvero oggi i diritti umani sono riconosciuti egualmente a <<chiunque>>, quanto meno nei Paesi occidentali? In parole povere, il quesito a cui occorre rispondere è se i diritti definiti <<universali>> (perché <<umani>> ) sono davvero universali, e pertanto << umani >>, oppure no.

Per me, il punto di partenza sarà il sillogismo di Rawls.

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