Il margine di apprezzamento nella questione Crocifisso

Il ricorso al margine di apprezzamento da parte della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo è dai suoi esordi al centro dell’attenzione della dottrina per diverse questioni che lo stesso suscita. Ne ho selezionato alcune: come incide il margine di apprezzamento sull’intensità di protezione accordata ai diritti? è uno strumento posto esclusivamente a salvaguardia della sovranità statale oppure assolve a finalità inerenti alla natura stessa della Convenzione? Come valutare l’assenza di criteri e standards uniformi nella sua applicazione? Il riferimento al margine di apprezzamento chiude definitivamente la conversazione costituzionale su una questione stabilendo la vittoria di una posizione o l’altra?
La cosiddetta questione crocifisso, di durata ormai decennale, il cui ultimo capitolo è rappresentato dalla nota decisione Lautsi II, del 18 marzo 2011, si presenta come un punto di osservazione privilegiato e molto attuale per cercare di dare risposta ai quesiti in esame.

Read more


Il crocifisso come “simbolo passivo” nella Lautsi II: riflessioni sulle tecniche argomentative dei giudici nei conflitti multiculturali e religiosi

A volte l’esperienza giuridica è così complessa che non sempre il fine ultimo del diritto e dell’argomentazione giuridica può essere quello di cercare la soluzione equa, ragionevole, giusta ad un conflitto di interessi, ma diventa quello di cercare la soluzione meno difficile nell’attuale contesto storico. In questo modo non si blocca la futura conversazione costituzionale intorno alla sua composizione o, quanto meno, tale conversazione può avvenire in un clima meno rovente.

Vorrei provare a leggere la sentenza della Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso Lautsi v. Italy and others, pronunciata il 18 marzo 2011, come una decisione, almeno in parte, di questo tipo.

Read more


Questione crocifisso: de-rubricarla da “bilanciamento” (che poi resta scontro) sui diritti ad “accomodamento” semplicemente meno costoso?

La sentenza Lautsi vs Italia, pronunciata il 3 novembre 2009, dalla II sezione della Corte EDU non ha detto, com’è noto, l’ultima parola sul crocifisso. In attesa della sentenza definitiva della Grande Chambre, Diritti comparati ha dato spazio ad un dibattito sviluppatosi intorno ad un contro-argomento che Joseph Weiler ha sostenuto a Strasburgo e che Marta Cartabia ha condiviso in un’intervista ad Avvenire (v. archivio di Diritti comparati, Settembre 2010). Il contro-argomento veniva, in tale occasione, così sintetizzato: “l’idiosincrasia per ogni simbolo sacro, derivata dalla rivoluzione francese, non è neutrale, ma un atteggiamento di parte”. La pretesa del muro bianco, in sostanza, è quanto meno identica alla pretesa del muro con il crocifisso. Secondo Marta Cartabia tale obiezione dovrebbe spingere la Corte EDU a “spostare la decisione” o quanto meno "ad argomentare più ampiamente". Ed in effetti c’è qualcosa che non torna negli argomenti usati contro il crocifisso: i diritti della maggioranza (libertà religiosa, libertà educativa, identità culturale, se si volesse aderire all’argomento sostenuto dal ricorso del Governo italiano del 28 gennaio 2010) sono sacrificati in nome dei diritti delle minoranze (atee o di altre religioni che siano) o del principio supremo della laicità. Ma che cos’ha di diverso la libertà religiosa, educativa o culturale degli italiani cattolici per essere sacrificata al posto di quella delle minoranze? E’ l’identità, la religione dei più forti, è dominante, è oppressiva? Si potrebbe dire anche esattamente il contrario, se pensiamo ai cattolici che iniziano a sentirsi “minoranza”. Non paiono, dunque, argomenti del tutto convincenti.

Read more