Carlo Blengino
Non i diritti in Internet, ma Internet nei diritti
Parto dalla domanda che molti si son posti leggendo la bozza presentata dalla Commissione: quale lacuna dovrebbe esser colmata nei nostri ordinamenti nazionali o fin anche in una cornice sovranazionale dalla Dichiarazione dei Diritti in Internet?
Un possibile equivoco
Per risponder alla domanda è opportuno sciogliere un primo possibile equivoco.
Dalla lettura del preambolo sembra emergere una sovrapposizione di due diversi beni giuridici oggetto della Dichiarazione. Da un lato Internet è individuato come una risorsa globale meritevole in sé di regolamentazione quale straordinario prodotto della tecnologia, tanto che nell’ultimo capoverso del preambolo la Dichiarazione non è più “dei diritti in Internet”, ma diviene la Dichiarazione “dei diritti di Internet”; dall’altro, oggetto di tutela sono chiaramente i diritti fondamentali che tramite Internet hanno trovato nuova ed inedita declinazione. I due profili sono ovviamente connessi, e ben possono convivere, ma è fondamentale non confonderli, ed individuare correttamente il bene giuridico a cui si vuol di volta in volta prestar tutela.
12 Marzo 2015