Andrea Longo
Poche riflessioni, molto informali, su "Diritto comparato e diritto costituzionale europeo", di Paolo Ridola
Quando Diritti comparati mi ha proposto di recensire l’ultimo lavoro di Paolo Ridola mi sono, da principio, schermito, opponendo la constatazione che ci fossero persone molto più qualificate di me per recensire un libro sull’Europa; tuttavia, chi mi ha proposto la recensione ha obiettato che, in realtà, si trattava di un libro di ben più ampio respiro ed il cui vero oggetto erano i diritti costituzionali. Ora, a valle di una lettura che spero attenta, ritengo che nessuna delle due definizioni calzi a pieno a quest’opera.
Il libro di cui discorriamo, infatti, non può essere definito “semplicemente” né un lavoro sull’Europa né sui diritti: vi è una tale complessità, nella somma di questi scritti, da trascendere entrambi gli argomenti sopra richiamati (pur comprendendoli entrambi ratione obiecti). In realtà, credo di poter affermare che l’insieme di questi lavori attenga ad un’affannosa ricerca e al tempo stesso ad una chiara visione del costituzionalismo europeo, inteso non solo come problema ordinamentale (o interordinamentale) ma anche e soprattutto come unità di senso, come sistema etico e culturale.
14 Marzo 2011
di Andrea Longo