Per un dibattito sul Convegno perugino sulla Cedu
Si è svolto, lo scorso 17 novembre, il Convegno su “La Convenzione europea dei diritti dell’uomo tra effettività delle garanzie e integrazione degli ordinamenti”, organizzato dall’Università di Perugia su iniziativa di Giorgio Repetto. Il Convegno ha visto la partecipazione di alcuni giovani ricercatori impegnati nello studio di questi temi, molti dei quali autori del nostro blog.
L’iniziativa ha rappresentato dunque un primo momento di incontro e confronto tra molti di noi, al di là della condivisione di un luogo telematico come il blog, ed ha permesso di verificare quella convergenza di orizzonti metodologici che ci ha spinti a dar vita a diritticomparati.it, ormai un anno e mezzo fa.
Sfruttando le virtualità insite nello strumento telematico, proviamo ora a trasferire on-line il dibattito innescato dalle ricchissime relazioni presentate al Convegno. Pubblicheremo perciò, nei commenti a questo post così come, eventualmente, in post autonomi inviati ai coordinatori, opinioni e reazioni dei partecipanti al Convegno, ed anche, se ci saranno, abstract delle relazioni.
Buon dibattito!
In effetti, mi pare che dal Convegno sia emerso come esista una gruppo di studiosi che, pur cresciuti in diverse scuole e contesti, hanno maturato un comune interesse per lo studio dei processi di integrazione sovra-nazionale.
Ha osservato Cesare Pinelli come questa attitudine rappresenti uno stacco rispetto all’approccio che ha caratterizzato le precedenti generazioni di costituzionalisti, inevitabilmente portati ad enfatizzare la perdita di garanzie tradizionali più della conquista dei nuovi livelli di tutela dei diritti che dallo scenario europeo discende.
Questa maggiore libertà ha permesso anche di uscire dalle secche della rigida contrapposizione tra euroscettici ed euroentusastici, perché, come ha osservato ancora Pinelli nelle conclusioni, non sono mancati nelle relazioni approcci critici e problematici rispetto alle ambiguità della Corte di Strasburgo (penso, per esempio, ai toni critici di Vespazioni, Ruggiu, Buratti, ed in parte Ciervo).
Oltre al filone di riflessione rappresentato dall’impatto della giurisprudenz Cedu sul sistema delle fonti interne (Repetto, Tega, Di Martino, Pollicino) – si sono approfonditi i temi della argomentazione delle Corti, sia sul fronte interno, alla luce della nuova posizione della Cedu (Guazzarotti, Di Martino, Repetto), sia sul fronte della Corte europea (Bascherini, Vespaziani, Ruggiu, Buratti, Ciervo). Un parallelismo di interessi, dunque, tra meccanismi di integrazione (Schillaci, Pollicino) e profili formali, argomentazione e ricadute sostanziali (Montagna, Mengozzi, con riferimento ai temi del processo penale e del processo amministrativo).
Ne emerge, mi pare, un quadro molto coeso di un fronte di studio meritevole del massimo sviluppo.
Complimenti, ancora una volta, a Giorgio Repetto, che ha organizzato il Convegno! In effetti Università vivaci ma raccolte come Perugia rappresentano il miglior contesto in cui svolgere questi incontri…
Raccolgo l’assist di Andrea per, dopo essermi congratulato ancora con Giorgio, osservare come dalle relazioni sia emerso chiaramente che oggi non esiste un solo modo per guardare alle dinamiche relative ad incontri e scontri tra ordinamenti nazionali e sovranazionali sul terreno della protezione multilivello dei diritti fondamentali in Europa. In questo senso un pluralismo ed una coesistenza di metodi e prospettive di indagine mi sembra diventi il valore aggiunto di questo filone di ricerca a patto, però, che si condivida, come mi pare sia emerso, un minimo denominatore comune. Vale a dire, soltanto apparentemente banalmente, concordare sul fatto che gli studiosi non sono chiamati a fare i profeti, come giustamente ha sottolineato il prof. Pinelli. Se ci si ferma dunque all’analisi e descrizione dei leading cases e, sulla base di orientamenti più o meno consolidati si cerca, in via predittiva, di anticipare i possibili esiti futuri degli approdi, che sono invece imprevedibili, delle Corti europee si va fuori strada rispetto a quella maestra. Allora la bussola può essere trovata, come ha fatto emergere Cesare Pinelli nelle sue conclusioni, nell’iniettare pesanti dosi di prescrittività al dibattito in corso e nell’identificazione di quelle istanze di tutela dei diritti in gioco che rischiano, altrimenti, di essere trascurate a favore dell’inconsistente apologia di una, quanto mai effimera, per riprendere il titolo di un gran bel romanzo di Péter Esterházy, (judicial) harmonia caelestis. op