“I Need a (Super) Lawyer!”. Recensione a “ James Daily e Ryan Davidson, The Law of Superheroes, 2012”, Gotham Books, Penguin Group (USA), New York
Is Batman above the law? In realtà no e questa è una delle certezze che ci dà il libro qui recensito “The Law of Superheroes”, scritto da due giovani avvocati americani, James Daily e Ryan Davidson, già curatori di uno dei blog giuridici più originali e divertenti degli ultimi anni, “Law and the Multiverse. Superheroes, supervillains, and the law”.
Si tratta di un’originale opera che affronta i dubbi che ogni bravo giurista appassionato di fumetti si potrebbe porre leggendo i volumetti della DC o della Marvel.
Stiamo parlando (rectius, scrivendo) di un tema forse leggero, ma che ha dato origine ad un libro interessante anche dal punto di vista giuridico; del resto, i fumetti (da noi ritenuti volgare sub-cultura) hanno già destato l’interesse di altre discipline, basti pensare a quanti articoli sul tema pubblica una rivista come il Journal of Popular Culture (stampato da un editore di punta come Wiley-Blackwell) oppure al noto (almeno oltreoceano) dibattito “etico” sull’influenza che molti degli storici fumetti dedicati ai supereroi avrebbero sui giovanissimi, dibattito scatenato all’indomani della pubblicazione del saggio “Seduction of the Innocent”, scritto dallo psichiatra Fredric Wertham nel 1954.
In quel saggio Wertham metteva sotto accusa molti dei supereroi entrati nell’immaginario collettivo, additati come causa della delinquenza e della perversione giovanile: il dibattito suscitato da quel volume portò indirettamente alla creazione della Comics Code Authority, un organo di censura auto-imposto dalla fumettistica statunitense.
A questo si può aggiungere che sempre Blackwell ha pubblicato nella sua collana, intitolata “Philosophy and Pop Culture Series”, alcuni interessanti libri dedicati alla “filosofia” dei supereroi (fra cui “Batman and Philosophy: The Dark Knight of the Soul”, curato da Mark D.White e Robert Arp, per rimanere in tema). Forse i primi ad interessarsi dell’ambito sono gli studiosi delle scienze naturali, fra cui James Kakalios, Taylor Distinguished Professor alla School of Physics and Astronomy dell’Università del Minnesota, già autore di “The Physics of Superheroes”.
Tutto questo per dire che, in realtà, il tema è tutt’altro che arido anche da una prospettiva, diciamo, “impegnata” ed in effetti il libro qui recensito- dopo un primo, forse comprensibile, scetticismo- si dimostra ricco di spunti, offrendo una interessante introduzione, per molti versi, al diritto statunitense (dal diritto costituzionale alla procedura penale, passando per quello amministrativo e privato), senza scadere nel pressappochismo ma anche, altro merito importante a mio avviso, senza prendersi troppo sul serio, offrendo una gradevole introduzione al ‘tema’.
“The Law of Superheroes” si divide in tredici capitoli più un’introduzione: i primi nove capitoli procedono per “branche” giuridiche, offrendo una interpretazione di alcuni dei più noti personaggi dei comics (Batman, Superman, Spiderman etc) secondo prospettive disciplinari (diritto costituzionale, diritto penale, procedura penale, diritto privato, diritto commerciale, diritto amministrativo, diritto della proprietà intellettuale) mentre gli ultimi quattro capitoli (con l’eccezione del cap. undici, dedicato al diritto internazionale) affrontano questioni più specifiche (“Travel and Immigration”, “Immortality, Alter Egos, and Resurrection”and “Non-human Intelligences”).
Il quadro che ne risulta è tuttavia coerente anche se sconta la mancanza di un capitolo conclusivo, ma il fine degli autori non era certo quello di scrivere un libro scientifico, quanto quello, appunto, di offrire una interessante lettura giuridica di un fenomeno molto ampio che fosse rivolta ad un pubblico vasto e non composto necessariamente da fini giuristi.
Si tratta quindi di un libro divertente che risponde a molte delle domande che la genuina curiosità di un giurista appassionato di fumetti si potrebbe porre leggendo le avventure dei suoi eroi preferiti: “Batman è un ‘attore statale’ (nel significato coperto dalla ‘state-actor doctrine’ sviluppata in casi come Lugar v. Edmondson Oil Co.457 U.S. 922 [1982])’?” “La S.H.I.E.L.D.- .- è un’organizzazione internazionale in senso tecnico?”, “Che rapporto di lavoro intercorre fra Batman e Robin?”, “La testimonianza resa da Hawkman in ‘Trial By Fire, Part. 2: Witness for the Prosecution’ viola uno dei cardini del sistema processale americano, come la confrontation clause (codificata dal VI emendamento secondo cui ‘In all criminal prosecutions, the accused shall enjoy the right to … be informed of the nature and cause of the accusation; to be confronted with the witnesses against him’)?”. A tutte queste ipotetiche questioni giuridiche gli Autori tentano di rispondere utilizzando il diritto esistente (con episodiche scorribande nel diritto ‘fittizio’ creato dagli universi Marvel e DC per ‘coprire’ l’attività dei nostri supereroi, ovvero il ‘Superhuman Registration Act’ o un alternativo XII emendamento della Costituzione americana) e questo rende il libro un elegante esercizio giuridico, una miniera per chi voglia preparare dei casi di studio ipotetici da sottoporre ai propri studenti (in un corso di diritto processuale americano, soprattutto).
In conclusione, se già qualche sospetto circa la non ‘invulnerabilità giuridica’ dei nostri eroi ce l’aveva fatto venire un bislacco fatto di cronaca (un malcapitato ‘epigono’ di Batman fermato dalla polizia a bordo della sua bat-mobile), più seriamente, “The Law of Superheroes” si conferma una bella lettura per giuristi e non e rivela un potenziale che nemmeno i più arditi studiosi di “diritto e letteratura”- da noi, almeno- avevano mai esplorato: recommended!